La Riduzione del Danno in Italia: Una Storia di Lotta guidata dalle Persone che Usano Droghe

Le recenti dichiarazioni di Villa Maraini, sia durante la 6ª Conferenza Internazionale della Riduzione del Danno a Varsavia, sia nello spazio che il programma radio “la nuda verità” riserva a Massimo Barra ( fondatore e leader di Villa Maraini) richiedono una riflessione attenta e puntuale. Non si tratta solo di rispondere a specifiche affermazioni, ma di ribadire e chiarire il percorso unico della riduzione del danno (RdD) in Italia, fondato sulla centralità e sulle competenze delle persone che usano droghe (PUD) in collaborazione con quei professionisti e quella parte delle istituzioni che si sono rivelate sensibili e attente potremmo dire “illuminate”.

Come ItaNPUD insieme a L’Isola di Arran abbiamo partecipato alla Conferenza Internazionale della Riduzione del Danno a Varsavia, evento di straordinaria importanza dove abbiamo avuto anche l’occasione di confrontarci, in presenza, con le altre realtà di Euronpud, la rete europea delle associazioni di persone che usano droghe. Purtroppo, abbiamo dovuto, ancora una volta, constatare come alcuni che dichiarano di attuare interventi di RRD siano molto lontani dalla nostra visione di questa.
Per noi la RDD non è solo elargire materiale sterile alle persone che fanno uso di droghe, ma è soprattutto rimetterle al centro e restituire loro dignità, diritti e lotta allo stigma. Quindi è stato spiacevole dover constatare che la narrazione della nascita e di alcune battaglie significative della RDD (che ben ricordiamo e che abbiamo vissuto in prima persona) diventino appannaggio di chi continua a definire chi consuma: “drogato” e persona “non normale”.
Le recenti dichiarazioni di Villa Maraini, sia durante la 6ª Conferenza Internazionale della Riduzione del Danno a Varsavia, sia nello spazio che il programma radio “la nuda verità” riserva a Massimo Barra ( fondatore e leader di Villa Maraini) su Radio Radicale, richiedono una riflessione attenta e puntuale. Non si tratta solo di rispondere a specifiche affermazioni, ma di ribadire e chiarire il percorso unico della riduzione del danno (RdD) in Italia, fondato sulla centralità e sulle competenze delle persone che usano droghe (PUD) in collaborazione con quei professionisti e quella parte delle istituzioni che si sono rivelate sensibili e attente potremmo dire “illuminate”.
Un Modello Radicato nelle Competenze delle PUD
La riduzione del danno in Italia, specialmente a Torino, è nata grazie alla stretta collaborazione tra PUD e operatori sanitari. Già dagli anni Ottanta e Novanta, si è avviato un modello innovativo in cui le PUD non erano solo “utenti” di servizi, ma co-progettisti e protagonisti attivi. A Torino, il lavoro pionieristico ha integrato mappature, progettazioni e prime uscite di equipe miste, consolidando una partnership che è divenuta un modello unico in Italia. La città si distingue ancora oggi per essere la prima dove le PUD sono state formalmente assunte dalle ASL, (anche se non assunti come “operatore pari”) hanno avuto un riconoscimento istituzionale come operatori.
Il Ruolo delle Istituzioni: Un’Alleanza Necessaria
È vero che la riduzione del danno in Italia non è nata come una politica istituzionale, tuttavia, semplificare il discorso in un’opposizione binaria tra consumatori e istituzioni non rende giustizia alla realtà. Figure come il dott. Angelo Giglio a Torino, il dott. Paolo Jarre a Rivoli, medici Ser.D, il supporto politico ed economico di un assessore illuminato della Regione Piemonte a metà anni Novanta e la presenza di alcune realtà del terzo settore sensibili al tema, sono stati determinanti per sviluppare interventi innovativi come la distribuzione gratuita del naloxone e la creazione di unità di strada con operatori pari formati sul territorio di Torino e Rivoli. Questo esempio di collaborazione si è verificato su diversi territori italiani dimostrando che, se le istituzioni riconoscessero e sostenessero le competenze delle PUD, sarebbe possibile costruire un modello inclusivo ed efficace.
La Filosofia della RdD: Le Pratiche delle PUD al Centro
Il modello italiano di RdD si basa su un principio fondamentale che uno dei padri della riduzione del danno, E. C. Buning, ha sintetizzato così: “La riduzione del danno si fonda più sui comportamenti delle persone che usano droghe che sulle strutture sanitarie.” È questa visione che ha guidato le pratiche italiane più avanzate, dalle prime distribuzioni di siringhe sterili, ai programmi peer-to-peer, fino all’affidamento del naloxone direttamente alla rete delle PUD. Questo approccio mette in evidenza come la competenza e la capacità di autodeterminazione delle persone che usano droghe siano la chiave per un cambiamento reale.

Barra critica il drug checking chiamandolo un diritto sanitario “inutile”, sostenendo che non educa né modifica i comportamenti delle persone che usano droghe (PUD). Questa visione ignora evidenze scientifiche e pratiche internazionali che dimostrano come il drug checking non solo riduca rischi, ma crei anche spazi per un dialogo educativo.

Villa Maraini e il Rischio di un Paradigma Obsoleto
Le affermazioni fatte dal rappresentante di Villa Maraini a Varsavia, così come quelle di Massimo Barra sul drug checking e sul naloxone, sembrano invece muoversi in una direzione opposta. L’intervista di Massimo Barra su Radio Radicale rivela un approccio paternalistico che vede le PUD come incapaci di autodeterminazione. Barra critica il drug checking chiamandolo un diritto sanitario “inutile”, sostenendo che non educa né modifica i comportamenti delle persone che usano droghe (PUD). Questa visione ignora evidenze scientifiche e pratiche internazionali che dimostrano come il drug checking non solo riduca rischi, ma crei anche spazi per un dialogo educativo. Ridurre il tema a un’opposizione tra medici e consumatori appare superato, considerando che interventi peer-led hanno dimostrato la loro efficacia in contesti europei. Anche durante la conferenza a Varsavia, si è percepito uno scollamento rispetto all’idea di una riduzione del danno partecipativa e basata sulle competenze delle PUD. Questo stile di presentazione ignora la storia della RdD, non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. Gli interventi della Riduzione del Danno nacquero dalla necessità di rispondere a un vuoto lasciato dallo Stato, che spesso affronta il tema sulle droghe con un approccio repressivo piuttosto che sanitario. La mobilitazione di chi vive sulla propria pelle queste sfide ha dimostrato che il cambiamento è possibile, ponendo le basi per un approccio che rispetti i diritti umani, che sono anche i diritti delle persone che usano droghe.
Una Storia Globale: Le Radici delle Junkie Bond
Prima della nascita “istituzionale” della riduzione del danno a Liverpool nel 1986, esistevano già esperienze dal basso come quella delle junkie bond in Olanda negli anni Settanta. Questi gruppi, formati da persone che usavano droghe, hanno lottato per ottenere siringhe pulite gratuite, inizialmente per contrastare l’epatite. Questo esempio internazionale evidenzia che la forza della RdD risiede proprio nella capacità delle PUD di organizzarsi e rivendicare il diritto alla salute e alla dignità. Partecipando alla rete Europea, siamo a conoscenza diretta di attivisti protagonisti di una storia che meriterebbe di essere maggiormente conosciuta: è una storia che delinea molto bene le origini di pratiche nate davvero dal basso, da chi il fenomeno lo viveva sulla propria pelle.
La storia italiana: Una RdD che Parte dalle Persone

Potremmo citare specifici progetti e azioni che da soli o in collaborazione con realtà di RDD portiamo avanti tra Torino e Roma, cosi come potremmo parlare di quanto ci stiamo adoperando, con sforzi non indifferenti, per riportare al centro il ruolo attivo delle PUD consapevoli che è la prima azione concreta di lotta allo stigma, inclusione, cittadinanza e restituzione di dignità e voce a chi, culturalmente, tende ad essere messo ai margini di un dibattito su un fenomeno di cui è il protagonista. Potremmo, ma preferiamo condividere una constatazione più generale che riguarda tutti quanti: PUD, operatori, policy makers.
La riduzione del danno in Italia ha avuto successo ogni volta che ha riconosciuto il valore delle persone che usano droghe come agenti di cambiamento, costruendo alleanze tra comunità, operatori e istituzioni visionarie. La nostra storia non è una contrapposizione sterile, ma una dimostrazione di come le PUD possano essere al centro di un modello che salva vite, riduce i rischi e promuove diritti umani. Ogni narrazione che non rispetta questo principio tradisce non solo la verità, ma anche il cuore pulsante della riduzione del danno stessa.

ItaNPUD APS L’Isola di Arran ODV

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *