Adesso è chiaro cosa vuol dire ” una guerra contro di noi”?

L’uso della guerra a chi le droghe le usa, l’uso di questa guerra per i fini più disparati: la pelle di chi usa droghe si vende bene. Crediamo sia necessario che più persone possibili, più cittadini possibile, abbiano maggior contezza di cosa intendiamo quando diciamo che la “guerra alla droga” è una guerra contro chi le usa e il nuovo codice della strada voluto dal ministro Salvini ne è l’esempio eclatante.

Lo ha detto e lo ha fatto : non si può negare che il ministro Salvini si sia dato da fare ed abbia mantenuto l’impegno preso. Lo aveva detto a Giugno del 2023, illustrando l’orientamento del suo, nuovo codice della strada. Promessa mantenuta, non si sa bene a chi, forse a quegli Italiani che di tante preoccupazioni relative ai trasporti, al come muoversi per andare a lavoro o per qualunque altro motivo, avevano bisogno di essere rassicurati che no: il pericolo dei drogati al volante non ci sarebbe più stato, grazie a lui, al ministro Salvini, sarebbe stato scongiurato grave problema sociale. La verità è che questa nuova legge è talmente palesemente assurda che, trattenendo la rabbia, possiamo solo sperare negli effetti positivi che se ne possono avere. Si positivi. E dobbiamo adoperarci per far si che questi effetti positivi ci siano. Quelli negativi li immaginiamo perché già l’attuale quadro sanzionatorio, della legge 309/90 ( c.d, “ legge stupefacenti”) criminalizzando anche il solo possesso per uso personale, ha già dato ampia dimostrazione di come rovinare vite, far perdere il lavoro e spesso purtroppo, spingere il criminalizzato di turno verso la marginalità. Se è vero che tante cose riguardo l’applicabilità di questa legge sono da approfondire ( dagli aspetti tecnici riguardo il tipo di tamponi, i falsi positivi, il costo effettivo sino agli aspetti più squisitamente giuridici) quello che qui adesso ci interessa evidenziare è la natura prettamente ideologica, in ambito sostanze, del nuovo codice stradale o del codice Salvini che dir si voglia. L’uso della guerra a chi le droghe le usa, l’uso di questa guerra per i fini più disparati: la pelle di chi usa droghe si vende bene. Crediamo sia necessario che più persone possibili, più cittadini possibile, abbiano maggior contezza di cosa intendiamo quando diciamo che la “guerra alla droga” è una guerra contro chi la usa. Quale è la ragione di questa guerra? Crediamo che chiunque, dedicando pochi minuti di ragionamento, individui facilmente l’illogicità di un provvedimento volto a tutelare la collettività quando la collettività non ha nulla da temere. Statistiche alla mano gli incidenti automobilistici causati da persone sotto l’effetto di sostanze psicoattive, escluso l’alcol, sono nel 2021 l’1,6% del totale* . E’, semmai, l’alcol, il legalissimo alcol, che ha una percentuale di incidenza più alta ovvero il 4,6%. Ma qui, adesso le statistiche c’entrano poco, perché la natura punitiva di questo nuovo codice è palese ed è su quella che vorremmo, la società tutta, dedicasse un po di attenzione. A chi lavora in questi ambiti, dai policy maker, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, infermieri, vorremo dire “ ma vi rendete conto di quale accanimento inutile?” Davvero pensate si possa parlare di cura e prevenzione del disagio quando come la spada di Damocle la punizione si aggira su una popolazione ampia e complessa? . Nel nuovo codice della strada prevale una logica punitiva che non ha senso nemmeno in chiave preventiva, ammesso che la punizione possa avere un senso in quest’ottica. Non quindi per prevenire un rischio effettivo, ma per punire una scelta personale, che non reca offesa a nessuno, Inoltre la “scelta” potrebbe avere a che fare con aspetti sanitari: pensiamo ai pazienti di cannabis terapeutica, a chi per terapia assume metadone ( non sono marziani: sono più di quelli che si possa pensare, lavoriamo, facciamo una vita sociale normalissima e spesso, pensa un po, cresciamo anche dei figli. Guidiamo automobili anche per andare a lavorare Cosi come sono tanti gli studenti o i lavoratori che nel fine settimana, senza nessuna regolarità, nessuna dipendenza, assumono una qualche sostanza e il Lunedi sono rigorosamente sul posto di lavoro. L’aspetto che adesso più ci interessa evidenziare è proprio questo: la palese, evidente, natura ambigua di questa norma del codice Salvini. E chiamarlo in questo modo “codice Salvini” ci sembra opportuno in quanto è l’espressione di qualcosa che il ministro Matteo Salvini ha ben codificato dentro di se: l’uso della guerra alla droga ovvero la guerra a chi le droghe le usa, per mostrarsi paladino della sicurezza stradale. E’ una farsa, una vergognosa farsa. E’ l’ennesimo uso strumentale del fenomeno droghe, l’uso strumentale del proibizionismo. Tutte cose a noi già note. Per questo noi vediamo di positivo in questo nuovo codice della strada che possa essere un’occasione per prendere consapevolezza. La finalità di tutto questo realmente qual’ è? Abbiamo visto i dati degli incidenti imputabili alla guida sotto effetto di sostanze: la percentuale è bassissima. Ma in questo codice, per essere puniti , non è necessario essere sotto l’effetto di sostanze, basta risultare le si utilizzi.

Ecco cosa significa, una guerra contro di noi, e “noi” siamo tanti : dai consumatori occasionali a quelli non occasionali, a chi assume terapie a base di oppiacei o cannabinoidi. Una grande popolazione anonima, eterogenea, che vive , lavora, paga le tasse, studia o è disoccupata, e adesso ancor più di prima rischia di perdere un diritto. E quando un cittadino perde un diritto, per giunta in un modo così ipocrita ed inutile, in qualche modo ne paga le conseguenze la società intera, altro che sicurezza stradale.

Alla faccia della scienza che ti dice che finito l’effetto drogante, nel comportamento della persona non vi è relazione alcuna riguardo la pregressa assunzione di sostanze. Ma questo riguarda un altro tipo di analisi del codice Salvini, che possiamo supporre sarà oggetto di ampie analisi nei vari procedimenti davanti la legge. Noi riteniamo necessario che la società civile, in un’ottica di cultura dei diritti umani e di tutela dell’individuo, acquisisca maggiore consapevolezza sull’uso strumentale che viene fatto della “guerra alla droga”, e quindi di cosa significhi fare la guerra a chi le droghe le usa: il codice Salvini è un esempio lampante, possiamo anzi definirlo illuminante se si vuol incominciare a vedere cosa c’è realmente in determinati approcci repressivi verso il fenomeno del consumo di sostanze psicoattive. Questo nuovo codice della strada è un’occasione per ogni cittadino, sia esso consumatore o non consumatore, per prendere consapevolezza di quanto e come la guerra alla droga sia solo e solamente una sporca occasione per curare interessi economici e di potere, mostrare i muscoli e passare per chi, come nel caso del Ministro Salvini, vuole tutelare, di facciata, un qualche interesse della collettività, in questo caso la sicurezza stradale. Ecco cosa significa, una guerra contro di noi, e “noi” siamo tanti : dai consumatori occasionali a quelli non occasionali, a chi assume terapie a base di oppiacei o cannabinoidi. Una grande popolazione anonima, eterogenea, che vive , lavora, paga le tasse, studia o è disoccupata, e adesso ancor più di prima rischia di perdere un diritto. E quando un cittadino perde un diritto, per giunta in un modo così ipocrita ed inutile, in qualche modo ne paga le conseguenze la società intera, altro che sicurezza stradale.

* . fonte “Libro Bianco” 2024 Forum Droghe

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