PER FARE UN TAVOLO

sono stati mesi di intenso lavoro quelli che si sono conclusi con la conferenza nazionale al ducale di genova il 29 novembre

Negli ultime mesi alcune parole hanno acquisito un nuovo significato nel nostro linguaggio quotidiano: “tavolo” era il gruppo di lavoro sulla riduzione del danno al quale eravamo stati invitati dal DPA; “esperti” eravamo noi, che non siamo tanto diversi dalle tante persone che ogni giorno resistono alle politiche punitive italiane lavorando nei servizi di RdD; i “contributi” erano testi di massimo cinquemila battute nei quali condensare tutto quello che volevamo dire; e infine “emergenti”, cioè i temi che bisognava che il “tavolo” e i suoi “esperti” proponessero alla discussione.

Siamo arrivati a questo “tavolo”, pur conoscendoci e lavorando assieme da anni, ciascuno indicato dalla propria associazione. Dentro quel “tavolo” fatto di diciassette “esperti” abbiamo subito capito che eravamo una squadra e che come tale dovevamo lavorare per incidere. Il compito è stato chiaro da subito: portare la riduzione del danno dentro una Conferenza che mancava da 12 anni, in un paese che ha sempre fatto fatica a usare quelle tre parole nelle proprie politiche sulle droghe.
All’inizio nel titolo del “tavolo” non compariva alcun riferimento alla RdD, sebbene fosse indicata chiaramente come il focus della discussione; questa reticenza non suonava certo come un buon viatico, e sembrava confermare la tendenza tutta italiana a non usare quella formula quasi fosse magia nera. Poi il “tavolo” prende il nome RdD anche nel titolo, grazie alle sollecitazioni indirizzate al DPA dalla Rete per la riforma delle politiche sulle droghe, con la quale si preparava il FuoriConferenza in quel periodo. Ne siamo usciti più convinti e più squadra.
Da subito ci sono stati proposti alcuni argomenti dal DPA, temi attorno ai quali il “tavolo” doveva discutere. Mancavano pratiche che gli operatori della RdD negli ultimi vent’anni hanno pensato, progettato e realizzato; perché è chiaro che quando si lavora in prossimità e si ascoltano le persone che usano droghe si è costretti a innovarsi: mancava in quella proposta iniziale il Drug Checking, mancava il peer support e il protagonismo delle persone che usano droghe, e mancava infine una prospettiva futura per il governo delle città, e cioè le stanze per il consumo sicuro. La responsabilità che ci siamo sentiti di assumerci era di rappresentare la comunità di pratiche che la rete per la riduzione del danno è diventata, con tutta la sua complessità e le mille sfaccettature che i tempi odierni richiedono, e di lasciare intravedere il potenziale della RdD come modello di governo del fenomeno, per la sua capacità di coinvolgere le PUD e di privilegiare la regolazione sociale alla punizione.

Sarebbe da raccontare qui delle decine di telefonate con il CNR, le ore passate a preparare abstract in cinquemila battute e interventi da dieci minuti per la diretta; per non dire delle telefonate e dei messaggi fra noi, o delle ricerche di letteratura scientifica. Ma si potrebbe anche raccontare delle risate che ci siamo fatti, perché non c’è lavoro che valga la pena se non ci si diverte un po’.
Ma il racconto di questo lavoro appesantirebbe chi ci legge; e poi, sono un po’ cazzi nostri.
Però una menzione speciale in tutto questo va alla rete per la riduzione del danno. La mattina della diretta streaming dei lavori del tavolo si sono collegati decine di operatori delle reti italiane. Hanno caricato online e condiviso in una bacheca in cui inserire argomenti, domande e commenti alle domande stesse, per seguirci proattivamente; in fondo come si fa a chiedere a chi è operativo ogni giorno di seguire passivamente la Conferenza che attende da dodici anni?
Il pubblico poteva interagire ponendo domande sulla piattaforma e i nostri hanno interagito, eccome se hanno interagito! Sono arrivate più di cento domande e osservazioni, tutte utili ad approfondire argomenti e dettagli della riduzione del danno che in soli dieci minuti non si potevano esaurire.
Per noi è stato come sentire il calore, a volte persino un po’ scottante, della nostra comunità.

come è andata a finire questa conferenza?
Nella relazione finale della coordinatrice del tavolo sulla riduzione del danno ci sono tutti i nostri temi: si suggerisce di depenalizzare e decriminalizzare l’uso di tutte le droghe, si chiede un Atto di indirizzo perché siano applicati i LEA in tutta Italia; si sollecitano sperimentazioni del Drug Checking; c’è un intero capoverso dedicato alle stanze del consumo, per le quali si chiede una sperimentazione; soprattutto sentiamo di aver trasmesso l’importanza del coinvolgimento delle PUD. Nella relazione non si scrive mai “tossicodipendenti” e nemmeno “consumatori”, ma appunto “persone che usano droghe” e si scrive che a ogni livello, dalla progettazione dei servizi fino alla Conferenza Nazionale, chi usa droghe deve essere ascoltato e coinvolto. “Niente su di loro senza di loro”, è scritto fra le righe, proprio quello che dice la Carta dei Diritti delle PUD del 2014.

e adesso?
Adesso viene il bello! Aspettiamo gli atti della Conferenza che il CNR sta preparando in questi giorni, ma, ascoltate le conclusioni che la dott.ssa Molinaro ha letto poco prima dell’intervento conclusivo della Ministra Dadone a Genova, c’è molto spazio per il nostro lavoro di advocacy per i prossimi mesi e anni.
Depenalizzazione, LEA della RdD e Linee Guida partecipate, Drug Checking e protagonismo delle PUD dovranno essere la nostra agenda. Senza rinunciare a proporre sperimentazioni di stanze del consumo, ovviamente.
Noi non dobbiamo aspettare passivi il Parlamento e il Governo, ma trovare il modo di incalzare rinnovando l’alleanza fra operatori e PUD che ci ha portato a Genova. 
Abbiamo ottimo materiale umano: ci sono le alleanze con gli altri “esperti” e col CNR che in questi mesi abbiamo costruito; e soprattutto c’è la nostra Rete.
Nel FuoriConferenza, così come negli interventi di Valentano e Stupinigi, abbiamo visto un protagonismo delle nuove generazioni di attivisti e operatori della RdD: le equipe di 11 unità mobili, con o senza il mezzo, hanno organizzato una postazione con le Unità Mobili nel FuoriConferenza, dove la ministra Dadone ha potuto assistere ad una dimostrazione del drugchecking e ha ricevuto dalle mani di due attivisti di ItanPud la Carta dei Diritti delle PUD. L’entusiasmo, la competenza e la creatività di queste persone restituisce l’immagine di un movimento vivo e capace di essere risorsa anche delle diversità, e di superare quelle incomprensioni che troppo spesso hanno fatto da zavorra nel movimento per la Riduzione del Danno. 
Genova è stata una tappa importante, ma è solo l’inizio.

Stefano Bertoletti, Coop. CAT – Firenze; Forum Droghe
Lorenzo Camoletto, CNCA
Claudio Cippitelli, PARSEC – Roma
Pino Di Pino, ITARdD – Network Italiano per la Riduzione del Danno
Alessio Guidotti, ITANPUD
And very special guest
ELISA FORNERO, Neutravel Torino
che ci ha supportato nella ricerca di letteratura e in tanto tanto altro

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *