Tra esperienze raccolte nel giro delle proprie amicizie, ipotesi logiche, opinioni di qualche professionista del settore, sempre più frequentemente circolano presupposte verità su ” cosa è cambiato nel mondo dei consumi con il covid 19 “. la prima cosa da chiedersi è : perchè? Ovvero perchè questo interesse, questa curiosità? sicuramente nel momento delle nostra storia che tutto sta cambiando, qualcuno si dirà ” bhe vediamo pure da quelle parti che succede” e poi parlare da esperti di qualcosa che non è propriamente una cosa tranquilla e legale, fa anche un po “esperti del proibito” che magari ha il suo fascino. Come associazioni di consumatori tutto questo, se da una parte ci fa sorridere dall’altra lascia un po di amaro in bocca, facciamo i seri: stiamo parlando della nostra salute e dei nostri diritti e ci sembra doveroso spiegare cosa c’entrino con un sondaggio

Chiedere a delle persone qualcosa che riguarda la propria vita, non è cosa che si può fare “tanto per”. Si tratta di rispetto. Cosi come si tratta di rispetto di una realtà, e delle persone che la vivono, quando di parla del “mondo dei consumi che è cambiato”. Chi lo dice che strumenti ha per dirlo? e per elevare a “verità nazionale” la sua personale opinione? Prima di tutto, come associazione costituita da persone che usano sostanze crediamo che ci debba essere un motivo valido per parlare di qualcosa che riguarda un aspetto personale, caratterizzato da un forte stigma e per altro illegale. Quindi: vista la ” delicatezza” dell’argomento cerchiamo di fare un po d’ordine? Bene. Innanzitutto a che serve? A cosa serve scrivere, raccontare, dire in radio o tv, del mondo dei consumi che starebbe cambiando? Insomma parlare di droghe, chi le consuma, chi le vende, chi le trasporta ha sempre avuto un certo interesse per i più svariati motivi alcuni significativi altri molto meno: in quest’ultimo caso si finisce per scrivere autentiche baggianate con l’intento, un po triste,di associare il proprio nome ad argomenti underground, di confine, vicini al proibito e il marginale. Tutto bene: siamo in un paese libero ognuno scrive quel che vuole, l’importante però è fare attenzione ad alcune cose, oltre non dire stupidaggini usare la delicatezza di non favorire stigma e giudizio su chi consuma, favorire una cultura proibizionista ( a meno che non lo si faccia intenzionalmente), non ultima guarda un po, nel 2020, nel Paese meno avanzato dal punto di vista di auto-organizzazione dei consumatori, perchè non lavorare un poco su quella dannata abitudine che quando si parla di sostanze stupefacenti e chi le consuma, se ne parla sempre in forma “fantasmatica”? insomma c’è sempre qualcuno che parla per conto di: se cominciassimo a entrare nell’ottica del “parlare con chi consuma ” invece che ” parlare di chi consuma ” ? Mettendo via un po quell’aria di esperti del settore mentre invece, forse, un tantino di più chi realmente ci sta dentro qualcosina magari potrebbe saperne. Sia chiaro: ci sono realmente esperti del settore, con specifiche competenze che su determinati argomenti del fenomeno consumi sanno quello che dicono e possono dire cose che non tutti i consumatori sanno. Certo.Penso agli operatori della riduzione dal danno ad esempio. Ma se parliamo di vissuti, esperienze, contesti, dinamiche relazionali all’interno di specifici contesti, chi consuma ha un patrimonio di competenze. Ma andiamo nello specifico: questo benedetto grande cambiamento causa covid 19: ho visto diversi articoli in cui qualcuno rendeva edotta la società su come stesse cambiando ” il mondo del consumo di sostanze “. La complessità del fenomeno dei consumi imporrebbe che prima di sostenere qualcosa al riguardo, eleggendola a standard ( come è cambiato il mondo dei consumi : ok. Quale? quello sottocasa tua? del tuo quartiere? del tuo giro? ) si riflettesse un tantino di più perchè su droghe e chi le consuma da sempre si favoleggia in mille modi. Se tre organizzazioni ( noi di itanpud, Harm Redution international e la rete Itardd ) decidono di utilizzare uno strumento per cominciare a farsi un idea del cambiamento che si ipotizza ci sia a livello globale, il motivo è che nonostante l’esperienza nel contesto dei consumi nessuno di noi può dire cosa stia realmente succedendo: semplicemente perchè non lo sappiamo, noi in Itanpud possiamo dirci quello che ci succede tra noi soci e simpatizzanti, quello che viviamo, chi per lavoro nella riduzione del danno per quello che vede e sente avrebbe moltissimo da dire; eppure serve uno strumento per raccogliere le voci di chi il cambiamento lo sta vivendo nella propria quotidianità. Noi abbiamo pensato alla campagna #TELODICOIO per sottolineare ancora una volta l’importanza che siano i consumatori a dire cosa sta cambiando. Infine: perchè? a cosa serve sapere di questo cambimento? Serve per avere maggiori elementi su cui lavorare in ottica di riduzione del danno e tutela dei diritti, quello che emerge da questo sondaggio, vorrebbe poter essere utile a questi fini, fornendo indicazioni utili per dove convergere la propria attenzione in termini di salute dei consumatori e tutela dei diritti, Per questo diventa importante, ad esempio, sapere se si sono verificate alcune situazioni che vanno dal serd che magari è più restio a dare le consegne oppure ci accorgiamo che c’è realmente una difficoltà a reperire alcune sostanze….insomma è un occasione dove realmente condividere informazioni consente di sapere dove concentrare in questo periodo sopratutto azioni di advocacy e riduzione del danno. il link per la survey è questo https://it.surveymonkey.com/r/JPMZSM9