ITANPUD e la contro-conferenza nazionale autoconvocata ” Sulle droghe abbiamo un piano”

ITANPUD APS promuove con Forumdroghe e altre associazioni della società civile, una contro conferenza autoconvocata. La risposta al Governo della repressione e dell’esclusione, vuole essere sopratutto un chiaro e inequivocabile segnale da parte delle associazioni che si adoperano per la riforma delle politiche sulle droghe e quindi anche nostra : noi, che quelle politiche le viviamo sulla nostra pelle. Siamo una popolazione eterogenea, numerosa moltitudine educata dal proibizionismo all’anonimato e al silenzio. Ma possiamo cambiare e liberarci da questa zavorra.


IERI
Sono passati poco meno di quattro anni dalla VI conferenza governativa sulle droghe. Era il 2021. Per le associazioni della società civile, per quelle costituite da persone con esperienza diretta del fenomeno, per la riduzione del danno, quella Conferenza fu un momento di cambiamento. Da parte del Governo dell’epoca, nell’ approccio al fenomeno, ci fu un apertura, un tentativo di cambiamento. Se pur cauto e timido, , il Governo diede un segnale positivo al cambiamento facendo la cosa che, inevitabilmente, avrebbe favorito e quindi avviato il superamento di alcune zavorre ideologiche in ambito droghe. Aprire le porte, cioè far partecipare al dibattito tutti i reali protagonisti del “fenomeno droghe”, portò infatti alla costruzione di un dibattito e quindi un lavoro “tecnico”, pragmatico, incentrato sulla persona, la sua salute e i suoi diritti umani e civili. La partecipazione di chi oggi, dalla VII conferenza Governativa, è stato escluso, ovvero società civile, riduzione del danno, noi destinatari diretti delle politiche e dei servizi, portò alla creazione di un Piano Nazionale che, andarlo a rileggere oggi, ha tutto il sapore amaro di una triste considerazione: le politiche sulle droghe, più che il pragmatismo, la scienza, le evidenze sociali, hanno alla loro base l’ideologia di chi Governa. Quel Piano Nazionale portò l’evidenza di un necessario cambiamento, affatto ideologico, ma motivato da una rigorosa scientificità e neutra constatazione dell’evidente. Partendo dalle basi: fallimento del proibizionismo dimostrato dall’aumento della diffusione e della varietà di sostanze, ogni lavoro di riforma delle politiche sulle droghe ha dei passaggi obbligati, ovvi, naturali vien da dire. Infatti, politiche che realmente vogliano mettere al centro la salute della persona e i suoi diritti umani, devono necessariamente fare delle prime basilari azioni. Prima di tutto la persona da mettere al centro, deve essere riconosciuta, accettata, ne va favorito e incentivato il coinvolgimento attivo, quindi le associazioni di users, dovrebbero essere incentivate e favorite, non escluse contradicendo di fatto, le belle parole di lotta allo stigma, inclusione e altre parole recitate per comodo. L’altro indispensabile passaggio sarebbe quello di rendere partecipi al dibattito chi lavora in ambito dell’uso problematico di droghe, riduzione del danno compresa, ma anche chi sulle droghe, sul loro uso, svolge un lavoro di ricerca sociale e sociologica. Le premesse dovrebbero essere queste, oltre ovviamente l’implicito che non sono le scienze a dover sottostare alla politica, ma è la politica che attraverso il faro illuminante delle evidenze scientifiche, dovrebbe orientare se stessa e le proprie scelte decisionali.

OGGI

La conferenza nazionale per le droghe, o delle dipendenze, è strutturata dal DPA che agisce per orientamento politico. Il sottosegretario onorevole Mantovano, con delega alle politiche antidroga, ha delineato questa conferenza in base al suo orientamento politico che è poi quello del Governo, senza sfumature ne leggere sbavature. Altro che scienze e osservazione del reale: proibizionismo, guerra alla droga, e una smania di punizione che ha portato questo Governo ad autentiche follie. Come inventarsi una droga, il CBD, che non ha principio drogante, pur di poter erogare punizioni. O ancora assecondare il Ministro Salvini nel rocambolesco, quanto osceno, “lucido si lucido no io la patente te la ritiro…” una messa in scena con tutte le caratteristiche della propaganda, che da subito presentava caratteri di incostituzionalità. Ecco un Governo di questo tipo che conferenza poteva fare? La società civile non è stata invitata, le associazioni di persone con esperienza diretta, prime destinatarie di leggi e servizi, nemmeno a parlarne. Ma scandaloso di questa conferenza, a livello preoccupante, è l’aver ignorato la riduzione del danno, d’altra parte il Sottosegretario Mantovano l’aveva definità “politica fallimentare e rinuncitaria”. Peccato però che la riduzione del danno è anche un Lea, un livello essenziale di assistenza, oltre che una pratica consolidata di tutela della vita umana, in tutto il mondo.

La controconferenza
E’ in questo scenario che matura la decisione di costituire una rete per dare vita alla controconferenza. Impossibile tacere, impossibile ignorare questo gravissimo clima di repressione. La rete delle associzioni per la riforma delle politiche sulle droghe è una rete estremamente fluida con la capacità di rendersi compatta e strutturata in base alle necessità. Noi ci siamo, rappresentando noi stessi e simbolicamente tutte le persone che sono direttamente interessate dalle politiche sulle droghe e dei servizi per chi ha un uso problematico. E’ necessaria la maggior partecipazione possibile di associazioni e singoli cittadini. !! Puoi intanto leggere e scaricare l’appello qui. Tieniti aggiornat@ delle diverse inziative che ci saranno. Il sito ufficiale della conferenza autoconvocata è costantemente aggiornato ma sui social delle diverse associazioni ci saranno riferimenti e indicazioni sulla “road map” che ci porterà in presenza a Roma negli stessi giorni, 7 e 8 Novembre, della conferenza governativa.

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