Oggi in tutto il mondo si celebra l’international overdose awareness day ( IOAD) una giornata di promozione della consapevolezza sulla prevenzione e lintervento in caso di overdose. Ma è anche una giornata in cui si ricordano le persone scomparse, amici, familiari, persone a cui si era e si rimarrà sempre legati ma che sono decedute a causa di overdose. In tutto il mondo quindi si promuove, con iniziative di vario tipo, la tutela della vita e la dignità di chi usa sostanze. Se pur culturalmente l’overdose è legata all’uso di eroina, per overdose si intende una condizione fortemente rischiosa, in cui a causa di un eccessiva quantità di sostanza assunta, sono compromesse le funzioni vitali. Quindi, proprio come prima consapevolezza: si può andare in overdose di qualsiasi sostanza.
Certamente è particolare qui in Italia questo 31 Agosto 2025. Proprio in questi giorni infatti, si è palesato uno degli attacchi più strumentali, vergognosi, proprio al modello di intervento in cui rientra anche la prevenzione dall’overdose, ovvero la riduzione del danno. La vicenda è nota: esponenti politici hanno denunciato per istigazione a delinquere il sindaco di Bologna, mentre a Parma è direttamente il respondabile in ambito Asl ad essere denunciato con accuse simili. Il casus belli nasce per via delle “crack pipe” che vengono distribuite dalle unità di strada o nei drop in. La vicenda, osservata nella sua interezza, dimostra la speculazione che viene fatta da sempre in ambito droghe e di come le politiche sulle droghe non abbiano per tutti lo stesso orientamento. Per chi denuncia Sindaci o respondabili di aziende sanitarie che erogano dei LEA, perchè, lo ripetiamo ancora una volta la Riduzione del danno è un livello essenziale di assistenza, ecco per questi personaggi le politiche sulle droghe non hanno alcun senso: servono solo a fare propagnda, mostrare una parvenza di interesse alla salute pubblica borbottando “droga brutta e cattiva”, per quanto riguarda diritti e dignità delle PUD lasciamo stare. Questi politici dimostrano di non considerare proprio le nostre esistenze. Quello che però ogni cittadino dovrebbe notare è come questi signori denunciando chi agisce in ambito sanitario e sociosanitario, dimostrano che per determinate forze politiche il fenomeno droghe è di competenza penale e repressiva in tutto e per tutto. Nel gesto di denunciare per istigazione a delinquere chi si adopera per erogare dei LEA, e a Parma denunciare praticamente la Asl c’è tutta la drammatica e violenta impostazione del pensiero proibizionista più radicale e ottuso: un chiaro ed esplicito “me ne frego” alla salute pubblica, al rispetto della vita umana. L’importante e mostrarsi antidroga in tutto e per tutto: poco importa se la realtà dimostra che quel tipo di approccio non ha mai portato e non porta a nulla, in termini di tutela della vita umana, riduzione dei consumi e dei rischi collegati al loro uso. Quello che è avvenuto in questi giorni a Bologna e Parma sono episodi di guerra: quella stupida guerra alla droga che ha fatto e continua a fare morti e feriti. Ostacolare la riduzione del danno, la tutela della salute vuol dire agire in nome della guerra alla droga che è storicamente una guerra contro chi le droghe le usa, contro chi con le droghe ha un rappoto problematico. L’arroganza, la prepotenza con cui si è anteposta la repressione all’intervento sociosanitario è preoccupante. Attendiamo una presa di posizione da parte della sanità pubblica che si occupa delle dipendenze. Sarebbe quanto meno opportuno che si facciano sentire le varie rappresentanze della sanità deputata a tutelare e “curare” chi sviluppa un rapporto problematico con le sostanze. Le società scientifiche, che rappresentano chi lavora e fa ricerca in ambito dipendenze, dovrebbero forse in modo chiaro ed esplicito dire che la repressione non è cura. Questo chi si occupa di cura dovrebbe dirlo, come dovrebbe dire che la repressione, la criminalizzazione del consumo crea danni. Uno sguardo attento e critico può vedere dietro questa faccenda di propaganda politica molta verità delle politiche sulle droghe. Un ambito di cura che viene in modo prepotente e arrogante sottratto alla sanità e occupato dalla repressione. Users, chi come noi fa e vuole fare advocacy, riduzionisti del danno, medici dei Serd, chiunque di occupi di salute in ambito dipendenze, non deve assolutamente sottovalutare quello che è successo e sta succedendo in questi giorni e cioè lo strumentale attacco alla riduzione del danno che è esso stesso un danno alla nostra vita e di chi vive situazioni di forte marginalità sociale. Oggi però possiamo riprenderci un po da tutto questo bruttume, questa violenza, questa ipocrisia. L’appuntamento è a Torino, Giardino Madre Teresa alle ore 16,00.