Alla segreteria del Sottosegretario Alfredo Mantovano
Alla Direzione del Dipartimento delle Politiche Antidroga
Alla segreteria del EMCDDA/EUDA
Alla Segreteria del Ministero della Salute
Alla segreteria del Comitato Tecnico Sanitario sez. L e sez. M
Ai Capigruppo Parlamentari di Camera e Senato
Alla redazione del quotidiano sanità
Alla redazione del Redattore Sociale
Alla redazione di Vita
Quanto affermato dal Sottosegretario Mantovano nella prefazione alla Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, è di una gravità a dir poco imbarazzante.
La gravità delle affermazioni espresse da una figura istituzionale è quella di aumentare la percezione sociale distorta su un fenomeno complesso quale è quello dell’uso e l’abuso di sostanze. Lo stigma, che giustamente si ritiene uno dei danni peggiori derivante, non dalle droghe, ma da una cultura e da politiche fondate su presupposti ideologici che non tengono conto delle evidenze scientifiche e del rispetto dei diritti umani e della dignità della persona, lo stigma appunto viene alimentato con affermazioni di questo tipo. La riduzione del danno non è una politica rinunciataria, anzi al contrario è un approccio di salute pubblica che mette al centro la persona e i suoi bisogni. Un approccio di medicina di iniziativa che non attende la domanda, ma si rivolge direttamente alle persone dove vivono e dove si incontrano. La riduzione del danno è un modello di intervento di comprovata validità, riconosciuto in tutto il mondo come necessario per tutelare la salute di persone che usano droghe, tanto che il Consiglio dei Ministri, nel 2017, l’ha inserita nei LEA. Imbarazzo il Dottor Mantovano dovrebbe provarlo, nei nostri confronti, in quanto persone che usano o hanno usato sostanze e hanno avuto necessità di beneficiare di servizi di sanità, quali sono la RDD e la terapia metadonica. Occorre ricordare al sottosegretario Mantovano che la politica del “far toccare il fondo”, tanto in voga negli anni 80/90, ha significato infezioni da HIV e HCV, morti per overdose e/o patologie correlate e carcerazioni. oltre che una vita costantemente ai margini. Occorre ricordare al sottosegretario che grazie alle politiche di riduzione del danno dal periodo 1991-1995 al periodo 2016-2021 si è registrata una diminuzione significativa della prevalenza dell’HIV nella popolazione IDU (dal 64% al 29%) (vedi Relazione Annuale al Parlamento 2023 dipartimento Politiche Antidroga pag. 394). Cosi come imbarazzo dovrebbe provare, dopo aver pubblicamente e con un ruolo istituzionale, indirettamente denigrato il lavoro di chi fin dagli anni ‘70, si è adoperato per fare in modo che il metadone divenisse il farmaco per eccellenza nel trattamento da dipendenza da oppioidi e soprattutto nella prevenzione degli episodi di overdose da eroina. Solo un imbarazzante idea sulla terapia metadonica, ascientifica e fuori dal tempo , degna di paesi come la Russia (dove non si eccelle certo in rispetto dei diritti umani, e dove infatti il metadone non è contemplato come farmaco ), solo un idea con questi tristi presupposti può considerare come politiche rinunciatarie, quelle della riduzione del danno e della terapia metadonica. Noi, come associazione di persone che usano e hanno usato sostanze psicoattive e quindi anche di persone in trattamento metadonico attivo o concluso con successo, ecco soprattutto noi siamo le prime persone che dalle parole del sottosegretario Alfredo Mantovano, ricevono un offesa ed anche un motivo di preoccupazione. Preoccupante è infatti l’idea di una politica che invece di adoperarsi, in concreto e di fatto, per superare ignoranza, luoghi comuni, su interventi di riconosciuto valore scientifico quali sono la RDD e la terapia metadonica, lascia spazio ad ammiccamenti con il banale e lo stigmatizzante, ignorando, con l’arroganza della propaganda a buon mercato e sempre a nostro danno, le raccomandazioni di organismi internazionali quali EMCDDA che, da anni e in modo inequivocabile, sostengono la RDD. Inoltre a proposito di evidenze scientifiche, c’è un evidenza costituita dalla nostra stessa vita: non sa forse il ministro che la terapia metadonica consente a moltissimi cittadini di vivere una vita equilibrata, lavorare, fare una vita sociale e, pensi un po’ signor Mantovano, anche avere una famiglia e pagare le tasse. Il metadone è un farmaco, di norma chi prende un farmaco lo fa perché ha una situazione che necessita di assumere una determinata molecola per migliorare le sue condizioni di vita: prendersela con un farmaco e chi lo assume non crediamo sia qualcosa degno di un paese civile. C’è poi un altro aspetto nelle affermazioni del sottosegretario Mantovano che palesano l’uso, vergognoso, a fini di propaganda politica delle questioni attinenti le droghe: ma esattamente di cosa sarebbero rinunciatarie le politiche di riduzione del danno? Di cosa sarebbe rinunciataria la terapia metadonica?
A ben vedere le uniche politiche rinunciatarie sono quelle repressive e punitive, che rinunciano aprioristicamente a comprendere un fenomeno complesso come quello del consumo di droghe nelle sue mille sfaccettature. Semplificare il complesso è una forma di rinuncia e sinonimo di una rigida ignoranza, che il dott. Mantovano sfoggia in tutto il suo splendore ascrivendo un principio attivo di thc pari al 1% alla Marjuana che secondo il sottosegretario circolava 30 anni fa (dimenticando l’olio di hascish oramai introvabile con thc vicino al 60%) e che quindi secondo Mantovano meno dannosa di quella attuale, contraddicendosi in maniera assurda attraverso la lotta che il suo governo mette in atto verso la cosiddetta Marjuana light, ossia priva di thc.
Questo governo in tema di dipendenze sta veramente sfoggiando il peggio di se con politiche oscurantistiche e con evidenti contraddizioni interne, sinonimo di un “navigare a vista” che in tema di salute non può essere tollerato, ci chiediamo cosa ne pensa delle affermazioni del dott. Mantovano l’ EMCDDA/EUDA (Agenzia dell’unione europea per le droghe), che caldeggia fortemente le politiche di riduzione del danno e di cui il Dipartimento delle politiche Antidroga è focal point? Cosa ne pensa il Ministero della Salute che, a fronte delle dichiarazioni del sottosegretario, risulta essere il mandante degli omicidi perpetrati attraverso il finanziamento all’erogazione del metadone e delle politiche di riduzione del danno? Cosa ne pensano i professionisti dei SER.D?
Come cittadini, come persone, e anche come utenti dei servizi socio sanitari della riduzione del danno, chiediamo gentilmente della risposte perché le affermazioni del sottosegretario Mantovano sono gravi ed in netto contrasto con le politiche sulle droghe che invece questo Governo afferma di sostenere e difendere con l’affermazione di voler mettere al centro la persona, eccoci: quelle persone siamo noi e chiediamo a gran voce dei chiarimenti.
ITANPUD APS